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GameStop, multa da 750 mila euro per avere venduto la PlayStation 5 in bundle

GameStop è stata multata per 750 mila euro per la gestione della vendita di videogiochi e in particolare della PlayStation 5 e dei bundle, quei pacchetti che oltre alla console offrono anche prodotti aggiuntivi come controller, videogioco o accessori.
 
La multa comminata dall’Agcm si basa sulla scarsità delle PlayStation 5 (e delle Xbox Series X). Come è noto, fin dall’uscita oltre un anno fa, la console di Sony è irreperibile sul mercato. Vengono proposte saltuariamente da alcuni rivenditori, non solo da GameStop, solo che, scrive Agcm, «Sulla base di uno scambio di mail aziendali del marzo 2021, risulta che GameStop ha proceduto ad accettare preordini (già pagati) per la console PS5 oltre le quantità in sua disponibilità».
Le segnalazioni raccolte da Federconsumatori che hanno avviato l’istruttoria sono del luglio 2020. In quel periodo, l’Authority ha calcolato che il fatturato dell’azienda in Italia è cresciuto, anzi raddoppiato, con gli ordini passati dai 150-200mila del 2019 ai 220-270mila nel 2020. Un’escalation che però spesso non teneva conto dell’effettiva disponibilità del prodotto tanto che, nel solo 2020, si sono registrati 15 mila ordini annullati anche se già pagati. In più, secondo Agcm, GameStop faceva pagare i giochi al momento dell’acquisto (e non della spedizione) senza verificare se fossero in magazzino e il diritto di recesso incontrava degli ostacoli.
 
A volte era l’azienda stessa ad annullare l’acquisto unilateralmente , altre chiedeva ai clienti di andare in negozio per annullare l’ordine fatto online oppure di spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno. (Va detto che alcuni di questi aspetti sono stati migliorati nel corso del procedimento. L’adebbito ora parte solo al momento della spedizione, non ci sono più disdette unilaterali e la raccomandata non è più richiesta).
 
Federconsumatori aggiunge che la catena «ha diffuso informazioni inesatte e ingannevoli sull’effettiva disponibilità dei prodotti venduti online e sui relativi prezzi, oltreché sui tempi di consegna, ma ha anche imposto l’acquisto di prodotti accessori in abbinamento forzoso (bundle) e l’annullamento unilaterale e discrezionale degli ordini effettuati dai consumatori», come si legge sul suo sito.
 
In più, prosegue, «molti utenti hanno lamentato non poche difficoltà nel contattare il servizio di assistenza post-vendita della società tramite call-center e nell’esercizio del diritto di recesso e rimborso». Tali condotte ingannevoli e aggressive, prosegue, «hanno creato un notevole pregiudizio in termini economici per i consumatori».
 
 
 

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