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Il prodotto venduto da terzi è difettoso? La responsabilità è anche di Amazon. La storica sentenza

Le piattaforme di ecommerce come Amazon sono responsabili nel caso di prodotti difettosi venduti dai venditori terzi tramite il loro marketplace. La sentenza della Corte d'Appello californiana, che ha ribaltato il verdetto precedente, cambia la prospettiva del mercato online.
 
Vittoria in appello contro Amazon
La vicenda è partita dopo che la batteria di un notebook acquistata su Amazon è esplosa in faccia a un utente (Angela Bolger) a mesi di distanza dall'acquisto. L'unità era stata acquistata da un venditore terzo (E-Life di Lenoge Technology). Bolger aveva fatto causa a tutte le parti coinvolte, poiché oltre al prodotto difettoso aveva subito alcune ustioni durante l'incidente. Amazon si era difesa sottolineando il suo ruolo di mera "vetrina" poiché non aveva distribuito né venduto il prodotto in questione.
 
La prima corte aveva dato ragione al gigante di Seattle. Bolger ha fatto ricorso e la Corte d'Appello della California, invece, le ha dato ragione. L'utente sosteneva che "Amazon è strettamente responsabile dei prodotti difettosi venduti sul suo sito da venditori di terze parti". Secondo il giudice, il ruolo di Amazon (che, fra le altre cose, ospita i prodotti nei magazzini, mette il proprio marchio sui pacchi, gestisce il rapporto fra venditori e consumatori ed elabora i pagamenti) "è stato fondamentale nel portare il prodotto al consumatore".
 
Rossi (OPTIME): "Principi applicabili anche in Italia"
“Bene quanto deciso dalla Corte d’Appello della California in merito alla sentenza Bolger vs. Amazon, che è assolutamente in linea con quanto OPTIME sostiene da tempo" ha commentato Davide Rossi, presidente di OPTIME. "Questa sentenza scardina 'l’intangibilità' di Amazon così come quella di tutte le piattaforme analoghe." Sebbene la vicenda legale abbia avuto luogo in California, "già oggi è possibile applicare in via giurisprudenziale in Italia e in Europa i medesimi princìpi adottati dalla Corte californiana e daremo battaglia in tutte le sedi competenti affinché questo avvenga".
 
"Sebbene non sarà facile trapiantare tali e quali i principi espressi da questa sentenza anche nel nostro ordinamento, certamente si realizza una crepa nell'intangibilità degli intermediari" ha detto Massimiliano Dona di Unione Nazionale Consumatori. "L'affidamento e la fiducia che i consumatori hanno sul sistema Amazon ha un significato e deve averlo anche in termini di responsabilità".
 
 
 
 
 

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