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Instagram rinuncia ai like: non saranno più visibili sotto i post

INSTAGRAM toglie la possibilità di vedere il numero dei like sotto i post. Il social network ha avviato il test in diversi Paesi, compresa l'Italia: si potrà sempre porre la propria approvazione davanti a un contenuto ma scomparirà la possibilità di vedere quali siano i numeri complessivi raccolti fino a quel momento. Solo la persona che amministra l'account potrà vederli.
 
"Vogliamo che Instagram sia un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimere se stessi. Ciò significa aiutare le persone a porre l'attenzione su foto e video condivisi e non su quanti Like ricevono. Stiamo avviando diversi test in più paesi per apprendere dalla nostra comunità globale come questa iniziativa possa migliorare l'esperienza su Instagram", spiega Tara Hopkins, Head of Public Policy Emea del social network di proprietà di Facebook.
 
L'esperimento di togliere i like ai contenuti era già stato annunciato da Instagram ad aprile durante F8, l'annuale incontro degli sviluppatori del gruppo Facebook. Allora, però, il test era limitato al Canada mentre ora si allarga ad altri contesti, nazioni, community.
 
Lo scopo è quello di disinnescare la dipendenza da 'like' di molti utenti, un fenomeno messo in luce da Kaspersky in una ricerca fatta due anni fa. Secondo la ricerca, il 61% degli utenti intervistati affermava di stare sui social per sentirsi meglio ma il 57% confessava di non trovare quello che desiderava vedere; solo il 31%, cioè un utente su tre, non si preoccupava del numero di "mi piace" ricevuto quando pubblicava un post; il 24% degli uomini e il 17% delle donne addirittura si arrabbiava se non avesse ricevuto l'attenzione, espressa sempre in like, adeguata alle sue aspettative iniziali.
 
Poi ci sono altri due dati più preoccupanti. Pur di avere più like le persone mettono in discussione e in pericolo la propria privacy: la propria abitazione (37%), la propria mail personale (31%), lo stato della propria relazione (30%), il posto di lavoro (18%) e così via. Gli intervistati, infine, affermavano che per colpa dei social avevano iniziato a comunicare sempre meno con i genitori (31%) i figli (33%) i partner (23%) gli amici (35%) e i colleghi (34%).
 
"Un'ottima notizia, un freno agli abusi degli influencer e a chi fa pubblicità occulta sui social senza rispettare le linee guida dell'Antitrust", commenta Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Siamo stati i primi a scoperchiare il problema e ad ottenere la prima condanna in materia dall'Antitrust - spiega - Grazie al nostro esposto, dopo la moral suasion, si è passati ad impegni precisi e concreti, sia da parte delle aziende che degli stessi influencer. Il problema, però, è che le segnalazioni di violazioni proseguono e che è difficile monitorare il fenomeno, troppo vasto. La nuova politica di Istagram, se divenisse definitiva, affronterebbe il problema alla radice", conclude Dona.

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