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Altoparlanti robotici volanti per la realtà aumentata? Ecco il brevetto Harman

Altoparlanti robotici volanti in grado di rendere ancora più realistiche le esperienze di realtà aumentata: è questa l'idea fondante del brevetto depositato da Harman presso l'ufficio brevetti statunitense, meglio noto come USPTO (United States Patent and Trademark Office), e reso pubblico proprio ieri, martedì 5 marzo, a distanza di un anno dalla richiesta.
 
Il brevetto, in realtà, è da ascrivere all'universo Samsung, poiché la Harman International Industries Inc. (che recentemente ha presentato diverse novità al CES 2019), azienda statunitense specializzata, tra le altre cose, in dispositivi audio e video, è stata acquisita dalla multinazionale sudcoreana un paio di anni fa.
 
Di cosa si tratta, e a quali esigenze tenta di rispondere questo brevetto? È presto detto: basta immaginare di vedersi sfrecciare davanti un'automobile o, meglio ancora, un mezzo di soccorso a sirene spiegate. In entrambi i casi, la fonte del suono sarebbe in movimento, e quindi ciò che percepisce l'ascoltatore cambierebbe rapidamente non solo in termini di volume, ma anche in senso spaziale.
 
Perché un'esperienza di realtà aumentata sia davvero immersiva allora, sarebbe utile riprodurre anche il movimento della fonte sonora stessa: di qui l'idea di altoparlanti robotici in grado di muoversi autonomamente, sia sulle superfici che in volo (grazie a dei quadricotteri o anche a delle "piattaforme mobili a propulsione"), per ricreare quanto più possibile uno scenario realistico, "mappato" anche dal punto di vista sonoro.
 
Insomma, l'utente sarebbe circondato da una serie di altoparlanti in movimento che gli ronzano attorno ricreando un ambiente di realtà aumentata davvero fedele anche dal punto di vista sonoro (anche se rimane il dubbio sul rumore degli spostamenti: i quadricotteri potrebbero non essere particolarmente silenziosi). Un approccio stravagante all'idea di audio surround rispetto a quanto avviene attualmente: oggi, la maggior parte delle esperienze di realtà aumentata (VR) si affida infatti alle cuffie per creare un audio 3D che dia l'illusione della provenienza e del movimento di un suono.
 
Il brevetto Harman tuttavia non eliminerebbe del tutto le cuffie: potrebbero essere mantenute per riprodurre ad esempio i monologhi interni dei personaggi, distinguendoli così dai dialoghi espressi ad alta voce e quindi riprodotti dagli altoparlanti. L'idea si presterebbe così all'allestimento di scenari VR pubblici o di gruppo, fornendo un'alternativa alla fruizione domestica e "solitaria" a cui si è costretti dall'utilizzo esclusivo delle cuffie.

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